Happy Birthday Ale!!


Gli amici virtuali non esistono. Molti ne sono convinti.
Ma quei molti non sanno che Amico "reale" spesso non combacia con amico "vero". E che quel "vero" spesso è molto più vicino a quel virtuale che tanto demonizzano.
Sono della generazione dei primi computer in casa, della prima connessione internet, lentissima. Delle prime chat, di messanger, hotmail, yahoo. 
E sono stata una delle ultime tra le mie amicizie "reali" a crearmi un account facebook.
Sì, perché anche io ero una di quelle che "l'amicizia virtuale non esiste".
Ma mi sbagliavo.
Facebook e questo blog mi hanno regalato amici veri. Ad alcuni di loro non ho nemmeno mai stretto la mano ad essere sincera, ma sono amici presenti, pronti a sostenerti quando tutto ti crolla addosso.
Molti invece li ho conosciuti. E nessuno ha mai tradito le aspettative o si è dimostrato diverso da ciò che era.
Alessandra è una di loro.
Lei è la Van Pelt.
E' l'inventrice dell' MTC.
E' di un altro mondo. E da qualche giorno a questa parte è anche dall'altra parte del mondo.
E' Wonder Woman. Perché 1000 ne pensa e 10000 ne fa.
E' una delle poche che l'anno scorso non solo mi ha aiutato ad alzarmi da un momento difficile, ma mi ha spronato, mi ha scosso e mi ha fatto affrontare i problemi, a testa alta. Senza giudicarmi.
E' una gran cuoca. Quelle da porca figura.
E' un regalo di quelli meravigliosi, che hai quasi timore di scartare per quanto sono belli e che ti rimangono attaccati al cuore e all'anima.
Ed è anche una gran gnocca! Posso dirlo, no?

Cara Ale, dovevo e volevo rifare la tua focaccia per festeggiare "insieme" il tuo compleanno ma non ho avuto il tempo materiale. 
Son sincera, le foto sono quelle della prima volta in cui mi cimentai (nel 2013 figurati!!) ma sappi che la faccio e la rifaccio in continuazione.
Perché la focaccia è una e una sola- ed è quella che si mangia a Genova. Van Pelt docet. Ed ha ragione.
E' quella che si puccia nel cappuccino, a colazione. Ed io che l'ho assaggiata vi consiglio vivamente un viaggetto a Genova per provarla.
Quella che è cotta quando sotto è pallida e sopra è croccante. Non quelle sottospecie di materassi che ci propinano come "focaccia genovese" ai supermercati,
Quella con "gli occhi"o gli "ombelichi" o coi buchi.
Quella che fende l'aria di Genova, una scia di calore fra il salmastro del mare e le folate di vento e che ti conduce al forno più vicino, in barba a impegni, scadenze e diete del lunedì, che un etto di focaccia è un piacere che non riusciamo mai a negarci. 

Perchè tutto si può dire, della focaccia, tranne che sia una roba modaiola o gastrofighetta: la focaccia è la focaccia. 
Perché è una garanzia.
Perché TU sei una garanzia.
E non smetterò mai di ringraziarti per tutto ciò che fai ed hai fatto per me.
Infiniti Auguri!!! Ed un abbraccio immenso. Sperando arrivi in quel di Singapore!


“La focaccia bisogna mangiarla appena esce dal forno; allora brucia le mani, ha tutto il suo olio 
vivo e sano e caldo, e bisogna mangiarla camminando lentamente, come se si pensasse alla fondazione del mondo; e non si deve pensare a niente, solo alla focaccia che si sta mangiando.”
Vittorio G. Rossi

La fügassa



Ingredienti:

  • 500 g di farina
  • 280 ml di acqua
  • 12 g di lievito di birra fresco
  • 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
  • 10 g di sale fino 

poi:

  • Olio extravergine d'oliva
  • acqua
  • una piccola manciata di sale grosso 

Attivare il lievito in poca acqua tiepida, in cui avrete fatto sciogliere un cucchiaino di malto: coprire e far riposare in luogo tiepido, fino a quando sulla superficie si formeranno le caratteristiche increspature. 
Setacciare la farina sulla spianatoia, aggiungere il lievito sciolto nell'acqua ed iniziare ad impastare, unendo gli altri liquidi (la variazione della quantità di acqua dipende dal potere di assorbimento della farina), ma più la pasta è idratata, più la focaccia è buona. 

Il sale fino si può mettere all'inizio della lavorazione, badando a che non entri in contatto diretto col lievito, durante oppure alla fine. 

Far lievitare l'impasto in una terrina, coperto, per un'ora. 
Dopodichè, versare l'impasto direttamente nella teglia, unta con abbondante olio extravergine e spianare l'impasto con la punta delle dita, stirandolo per allargarlo. 

Non preoccupatevi se questo non vi obbedirà al primo colpo e tenderà a restringersi: sono gli scherzi della maglia glutinica... Lasciate riposare qualche minuto, poi riprendete, sempre lavorando coi polpastrelli.

Lasciar lievitare fino al raddoppio. 
Accendere il forno a 230 °C, modalità statica e fare i caratteristici buchini (gli ombrisalli o gli oeuggi) nei quali si depositeranno l'olio, l'acqua e il sale, determinando quelle "chiazze" bianche e un po' gelatinose che contraddistinguono la focaccia. 
Versare una piccola manciata di sale grosso sulla superficie della focaccia e, in ultimo, coprirla con acqua fredda.
Questo è uno dei segreti: la focaccia alla genovese, infatti, ha un fondo umido e chiaro che ha lo stesso aspetto e la stessa consistenza delle fossette della superficie, una volta cotte. Questo è dovuto proprio alla cottura in acqua. Il problema è quanta acqua si deve mettere: non tanta da coprirla del tutto, non così poca da coprirne solo la superficie. L'ideale sarebbe che l'acqua bagnasse il fondo e si depositasse solo nelle fossette.
Infornare al massimo della temperatura del forno (il mio 250°) per 15- 20 minuti.
Appena la focaccia comincia a scurire (una decina di minuti) tirarla fuori dal forno e spennellarla abbondantemente di olio. Lavorare il più velocemente possibile e rinfornare subito. Lasciar passare due minuti e ripetere l'operazione. 
Se la focaccia non brunisce troppo, farlo anche una terza volta con un ultimo rapido passaggio in forno e sfornare definitivamente.



8 Forchette :

  1. Veramente una ricetta perfetta per la focaccia!
    Eh, sì, gli amici virtuali sono diventati anche reali :-D
    Ma noi quando ci conosceremo? :-D

    Fabio

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    1. Eh... quando? Spero prestissimo!!
      Io giù da voi prima o poi ripasso, non sapete da quanto tempo ce l'ho in programma! :)

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  2. Oggi è tutto un infrangere buoni propositi.
    Non piango più.
    Non compro i fazzoletti
    Non leggo più niente- oppure no, leggo ma faccio finta che questi post siano rivolti ad un'altra persona. Ma poi capito qui- e ci siamo "noi", in queste tue parole. Questa amicizia strana, che nella vita reale difficilmente sarebbe nata, perchè le signore che possono essere tua madre normalmente le si manda a spigolare, non le si elegge come amiche: e hai voglia a dire che il virtuale è un bluff, che è tempo perso, che è roba finta. Dici che ti ho aiutato in un momento difficile. non sai quanto mi abbia dato tu, facendomi sentire degna delle tue confidenze e del tuo bisogno di aiuto. Di quanto sia stato importante, in quel momento della mia vita, potermi sentire finalmente utile per qualcuno. Perchè questa è l'amicizia vera: dare, nel momento in cui si prendere- e prendere, nel momento in cui si dà. E farlo con naturalezza e gratitudine:quella che mi gonfia il cuore, leggendo questo tuo post. grazie cara, davvero davvero

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    1. Sei tu a far piangere me, ora.
      Io ho sempre sostenuto di essere nata nel decennio sbagliato.
      Mi hai dato tanto e continui a darmi, nonostante la distanza. Ti voglio bene!!

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  3. Bella ricetta , e un post eccezionale dedicato alla tua amica , complimenti !!! Sono d'accordo con te , anche io mi sono ritrovata con degli amici virtuali che mi hanno aiutato senza conoscermi . Ciao continua cosi' !!

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  4. Wowww..che bell'aspetto !!
    Le foto mostrano tutta la sua bellezza.
    Bravissima.
    Buon pomeriggio.
    Incoronata

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